venerdì 9 novembre 2012

Come si divulga la spettroscopia?

Tema eccitante che sicuramente toglierà il sonno a tutti i lettori...

A parte gli scherzi, però, effettivamente il problema esiste. 

A tutti coloro che, a vario titolo, si occupano di divulgazione scientifica, in astrofisica in particolare, è chiaro che anche di fronte all'uditorio più svogliato qualche bella immagine astronomica attira sempre l'attenzione. Scartabelliamo lo scrigno magico dell'Astronomy Picture of the Day (APOD), per esempio, ed oggi troviamo la nebulosità di Melotte 15, e di fronte ad un'immagine oggettivamente magnifica non è difficile intrattenere qualunque pubblico.

Le magnifiche nebulosità di Mel 15
Le cose però cambiano se oltre ad eccitare l'immaginazione di chi ci ascolta, cosa per altro sempre positiva se si fa attenzione al giusto bilancio fra fascino, poesia, e scienza, si vuole compiere autentica divulgazione scientifica. Ovvero parlare di fisica ed astrofisica fornendo qualche maggiore informazione di un'occasionale finestra sulle meraviglie del cosmo.

Me ne sono accorto direttamente quando mi è stato proposto di scrivere un articolo divulgativo per il mensile di divulgazione scientifica "le Stelle". Il tema doveva essere, ed è stato, quello di parlare di uno strumento estremamente innovativo che grazie anche al lavoro di molti astronomi dell'INAF è operativo da qualche anno con il telescopio VLT di ESO. Si tratta dello spettrografo X-shooter, oggettivamente uno degli strumenti astronomici più innovativi entrato "in linea" negli anni recenti. Essenzialmente si tratta di uno strumento che grazie all'uso di componenti ottiche avanzate permette agli astronomi di osservare, ovvero nel caso specifico di prendere spettri, dall'ultravioletto all'infrarosso durante la stessa osservazione.
X-shooter

E qui abbiamo già dei problemi, perché parlare di componenti ottiche avanzate (dei dicroici, se siete curiosi...) presenta qualche difficoltà. Ma anche senza entrare in dettagli tecnici in fondo secondari, è già non banale spiegare in maniera possibilmente interessante e chiara perché la spettroscopia è importante e cosa serve.

Qui, per fortuna, il bravo Andrea Simoncelli, appassionato divulgatore scientifico, mi è giunto in soccorso e, a quattro mani, siamo riusciti a produrre l'articolo in questione che è pubblicato nel numero di novembre della rivista. Si intitola: "Fantastici spettri dai mille colori".
Naturalmente è tutto da dimostrare che siamo riusciti nell'intento, ovvero divulgare senza annoiare e, magari, riuscire a comunicare un poco dell'eccitazione degli specialisti per le macchine "per fare scienza" che la moderna tecnologia ci mette a disposizione. Al momento i primi responsi sembrano positivi, e vedremo se in futuro potremmo tornare a tentare di nuovo un simile esperimento.