mercoledì 12 dicembre 2012

Che fai tu, luna, in ciel?

Il celeberrimo inizio del "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" di Leopardi ci traghetta direttamente verso un'affascinante iniziativa del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano.

L'iniziativa è dedicata alla Luna, in occasione del quarantesimo anniversario dell'ultima missione Apollo. La numero 17. L'Apollo 17 è la missione che più di ogni altra ha arricchito il nostro patrimonio di immagini lunari, rendendoci familiari con la "magnifica desolazione" lunare, come la ebbe a definire Buzz Aldrin, il pilota dell'Apollo 11.
Harrison Schmitt al lavoro durante la missione Apollo 17
Il programma è quantomai intrigante, devo ammettere, e si svolgerà nel fine settimana del 15 e 16 dicembre prossimi.
Sabato avremo in realtà l'occasione di toccare con mano, si fa per dire, la moderna esplorazione planetaria con un collegamento con il Jet Propulsion Laboratory della NASA nel quale si scoprirà come si muove e lavora sulla superficie marziana il rover Curiosity.
Domenica, invece, si avrà un'occasione unica. Si apriranno gli archivi del museo e si potranno ammirare oggetti suggestivi come frammenti di roccia lunare, i manuali di addestramento degli astronauti NASA ed i piani di volo delle missioni. 

Il programma dell'iniziativa
Insomma, una pacchia per gli appassionati! E va detto che con qualche sorpresa anche oggi, a decenni da quegli eventi, pochi eventi del '900 possono vantare il titolo ben meritato di "epopea" come la, diciamolo pure con retorica, conquista della Luna. Anni fa mi fu proposto di tenere una serie di conferenze sulle esplorazioni spaziali, evidentemente basandosi sul tanto popolare quanto errato assunto che un astronomo debba necessariamente essere anche esperto di spazio. Nella realtà non è così, ma è anche vero che per tutti coloro che negli tardi anni '60 e primi anni '70 erano bambini,  e successivamente nella vita hanno avuto la fortuna di potersi dedicare ad un'attività scientifica, le missioni Apollo e l'atmosfera magica di quel periodo, accompagnata dalle prime immagini in bianco e nero degli astronauti saltellanti sulla Luna, hanno lasciato un'impronta indelebile. Quelle conferenze, di fatto, ebbero un successo di pubblico (di critica non so...) clamoroso. Ed in tempi di crisi globale, il tornare per qualche tempo ad un'epoca, piena di contraddizioni, dove però sembrava che non ci fosse un problema che con passione e dedizione non potesse essere risolto, probabilmente male non fa. Magari anche solo per reagire con un confronto critico all'epoca attuale dove invece sembra che nessun problema possa essere mai risolto, e l'unica alternativa per il futuro sembra essere quella di salvarsi fino a che è possibile.

Che la magnifica desolazione ci ispiri ancora un po'.