venerdì 11 novembre 2011

Piccoli telescopi crescono

O meglio, crescono i risultati scientifici ottenuti tramite questi strumenti.

Il primo di questi piccoli telescopi si chiama REM, e non ha nulla a che fare con il gruppo pop che, ahimè, si è appena sciolto. L'acronimo sta per "Rapid Eye Mount" ed è un gioco di parole per ricordare la principale caratteristica di questo telescopio da 60cm di diametro: la capacità di puntare rapidamente qualunque oggetto in cielo in maniera del tutto automatica. Se volete, con un po' di fantasia, può ricordare il movimento degli occhi durante il sonno in fase rem.

Ne parleremo ampiamente in un'altra occasione, ma REM è un piccolo autentico gioiello tecnologico di progetto italiano ed è a tutti gli effetti un propotipo di una nuova generazione di telescopi pensati e sviluppati come un unico complesso hardware/software capaci di operare in maniera totalmente robotica. In aggiunta REM è situato nello straordinario sito dell'ESO di La Silla, in Cile. Quindi a migliaia di chilometri dagli astronomi che lo gestiscono ed è di conseguenza dotato di ampia autonomia e capacità di autodiagnostica.

Oltre a molti risultati scientifici nella scienza del lampi di luce gamma (GRB), principale obiettivo scientifico del progetto, REM è molto attivo in vari altri filoni di ricerca, e recentemente un team di scienziati fra cui il collega di INAF/Brera Paolo D'Avanzo, ha pubblicato un importante lavoro riportante osservazioni che permettono di gettare nuova luce sui complessi fenomeni di accrescimento di materia su buchi neri. Qui potete trovare la rassegna stampa pubblicata dall'INAF con vari commenti degli astronomi coinvolti.

Se un telescopio da 60cm vi non vi sembra abbastanza piccolo, allora vi piacerà anche di più quello che è stato fatto con un telescopio da nemmeno 30cm, sebbene, lo ammettiamo, posto in una località osservativa di assoluta eccezione... lo spazio!

Stiamo parlando di UVOT, il telescopio ottico/ultravioletto montato a bordo del satellite trinazionale (USA-UK-Italia) Swift. Anche Swift è stato sviluppato principalmente per lo studio dei GRB, e come per REM però da contributi preziosi in molti altri settori della moderna astrofisica. In questo caso per altro si tratta di un'osservazione molto particolare.

Un gruppo di scienziati, guidati dal nostro collega di Brera Sergio Campana, ha puntato il satellite Swift verso l'asteroide 2005 YU55, noto al grande pubblico per essere transitato in questi giorni nelle vicinanze del nostro pianeta. Grazie anche alle osservazioni di UVOT la conoscenza di questi elusivi compagni di viaggio della Terra nel sistema solare potrà essere sostanzialmente migliorata. Qui abbiamo il comunicato stampa INAF e qui quello della NASA.


1 commento:

  1. Tanti auguri ai colleghi coinvolti in questi lavori, particolarmente a tutta la squadra REM. Poi vorrei allegare un piccolo commento sul fatto che oggi ci sono dei telescopi spettacolari che sono "meno piccoli", ma ancora piccoli se gli compariamo ai mostri di 8, 10, oppure finche 40 metri. Telescopi come VST e VISTA, i ultimi acquisti a Paranal (Cile), coi suoi specchi di "soltanto" 2.6 e 4.1 metri, ma che si vantano delle camere piu grandi e meravigliose del mondo, per fare scienza assolutamente spettacolare... Poi VST e italiano, quindi...

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