lunedì 13 febbraio 2012

Giove, onde gravitazionali o cielo X?

Tutto quanto, diremmo. Ma purtroppo è necessario scegliere.

Giove, o più esattamente i suoi satelliti maggiori, specialmente Ganimede, le onde gravitazionali, predette ad Einstein ormai un secolo fa, e le numerosi affascinanti sorgenti del cielo ai raggi-X sono gli obiettivi di tre diverse missioni scientifiche che, dopo una lunga selezione, stanno ormai per arrivare alla scelta finale.

Le missioni sono JUICE, dedicata appunto agli studi planetari, NGO, dedicata alla rivelazione delle onde gravitazionali, e ATHENA, per lo studio del cielo X. Si tratta di tre missioni scientifiche che l'Agenzia Spaziale Europea, l'ESA, ha appunto selezionato per la fase valutativa finale.

In tutti e tre questi progetti abbiamo un'ampia partecipazione italiana, ed infatti alcune settimane fa l'Agenzia Spaziale Italiana, l'ASI, ha organizzato presso la sua sede a Roma un convegno in cui i responsabili delle tre missioni hanno descritto gli obiettivi scientifici ed il contesto tecnologico delle stesse ad un ristretto pubblico di colleghi scienziati di vari enti ed università italiane.

Gli obiettivi scientifici di queste missioni sono quantomai ambiziosi, e dovrebbero portare o mantenere l'astrofisica europea all'avanguardia nei contesti trattati.

Per JUICE si tratta, essenzialmente, di andare a studiare e caratterizzare Ganimede come oggetto planetario con particolare enfasi sulla sua potenziale abitabilità. Ovviamente grande attenzione verrà comunque data a Giove come archetipo dei pianeti giganti gassosi che oggigiorno vengono scoperti con grande frequenza intorno ad altre stelle.
NGO ha uno scopo quantomai ambizioso e semplice allo stesso tempo: rivelare onde gravitazionali da sorgenti astronomiche. Un risultato che equivarrebbe ad un biglietto per Stoccolma in prima classe...
Ed infine ATHENA si dedica a tutti quei problemi che sono affrontabili tramite osservazioni alle energie dei raggi-X, per esempio il comportamento della materia nelle condizioni estreme nelle vicinanze di buchi neri, la formazione ed evoluzione delle galassie, ammassi e strutture su grande scala.

Il risultato della selezione sarà noto prima della fine di quest'anno, e quindi con essa una delle direzioni principali in cui si muoverà l'astrofisica europea dallo spazio.

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