martedì 28 febbraio 2012

Superman, fotoni e neutrini

Beh, diciamo subito una cosa: "via, più veloci della luce" suona decisamente meglio di "via, più veloci dei neutrini"... da questo punto di vista non c'è storia!

E, se non altro, i molti cultori del simpatico e nerboruto supereroe in pigiamone blu e mantello rosso possono stare tranquilli, non c'è ancora bisogno di cambiare motto.

Infatti, stando almeno alle anticipazioni di stampa che tutti conosciamo, la famosa misura della velocità dei neutrini fra Ginevra ed il Gran Sasso potrebbe essere inficiata da un problema di sincronizzazione di riferimenti temporali. Ho sentito citare un problema di connettori, in pratica... una presa difettosa.

Non credo comunque che ci sia ancora la prova-provata che questo problema invalidi i risultati del famoso esperimento. Anche se è vero però che in un batter d'occhio la convinzione nell'ambiente scientifico è passata da una sorpresa tutto sommato possibilista ad uno scetticismo diffuso.

E in un certo senso possiamo dire "peccato". Le possibilità che si sarebbero aperte di fronte ad una nuova realtà della fisica prospettava dalla violazione del limite della velocità della luce sarebbero state appena immaginabili. Ma così pare non essere. E quindi ritorniamo nell'universo dei "brachioni", neologismo coniato per distinguere il nostro universo "lento" da quello, veloce appunto, dei "tachioni".

Ovviamente c'è ancora molto tempo per la discussione scientifica. Si dice spesso che risultati scientifici sbagliati possano però stimolare la discussione e favorire nuove idee. Questo è senz'altro vero, dove naturalmente bisogna intenderci sul significato di risultato "sbagliato".

L'esperimento di OPERA, anche se si dovesse confermare che i risultati sono ora compatibili con la relatività speciale e generale, non rientra certo nei lavori malfatti. Centinaia di scienziati hanno lavorato per anni per arrivare a misurare un effetto che, per definizione, è al bordo delle nostre attuali capacità tecnologiche. Il fatto stesso che per identificare un possibile errore sia stato necessario un altro anno di lavoro la dice lunga.
Ed in questo senso certe ironie che sono trapelate a mezzo stampa mi appaiono tutto sommato inopportune.

Casomai si può discutere sulla risonanza mediatica che a sul tempo fu data alla pubblicazione dei risultati dell'esperimento. Molti hanno infatti commentato che si sarebbe dovuto mantenere tutto entro i limiti ristretti della comunità scientifica degli specialisti fino alla conferma definitiva o meno.

Difficile dare torto a questa posizione, almeno in linea di principio. Nella realtà eviterei però di caricare sulle spalle dei colleghi dell'esperimento OPERA pesi eccessivi...  non credo che tanti di noi in situazioni analoghe avrebbero seguito strade poi molto diverse.

Con la speranza comunque che, chissà mai, magari il match non sia ancora del tutto chiuso...


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