venerdì 3 ottobre 2014

Estinzioni...

Abbastanza spesso, in astrofisica, ci si imbatte in lavori che cercano di determinare se alcuni degli eventi che conosciamo accadere nello spazio possano avere causato alcune delle estinzioni che sappiamo essere avvenute nel corso della storia della vita biologica sul nostro pianeta.

Andiamo dal tema, noto e ben fondato, della caduta di asteroidi sulla Terra, a quelli non meno intriganti, o inquietanti se vogliamo, degli effetti di una esplosione di una supernova nelle vicinanze del sistema solare o, più di recente, di un gamma-ray burst (GRB).

Per quanto riguarda la caduta di asteroidi il tema è in realtà legato alla valutazione precisa degli effetti, alla probabilità di caduta in futuro, e alla ricerca di tracce fossili di eventi nel passato. Anche solo guardando la superficie della Luna con un piccolo telescopio è immediato rendersi conto che il bombardamento meteorico, almeno nel passato della vita del sistema solare, è stato intenso. È se questi oggetti hanno impattato sulla Luna non ci sono ragionevoli dubbi sul fatto che anche la Terra è stata sottoposta allo stesso trattamento. E, a dire il vero, si conoscono diversi crateri da impatto sulla superficie del nostro pianeta. Per chi fosse interessato ad un approfondimento di questo tema Alessandro Manara, collega dell'INAF / Osservatorio Astronomico di Brera, ha pubblicato un interessante libretto divulgativo dal titolo molto evocativo: "La Terra nel mirino".

Invece se si passa a considerare eventi esterni al sistema solare, come appunto le supernove, non ci sono molti dubbi che eventi del genere possano essere distruttivi per la biosfera terrestre. Il punto è però valutare la distanza a cui l'evento deve accadere per avere effetti importanti, la probabilità, ecc. Esiste una svariata pubblicistica seria sull'argomento, per non parlare di un'infinità di materiale di qualità più o meno dubbia. Invece eccellente, ma esplicitamente sul lato "fantasy", e meritorio di una citazione, è l'intrigante racconto di fantascienza di Arthur C. Clarke (sì, quello di "Odissea 2001 nello spazio"!) dal titolo di "La stella". Si tratta della storia di un'esplorazione terrestre su un lontano pianeta su cui si trovano i resti di una civilta che è stata distrutta dall'esplosione del loro sole come supernova. Uno degli scienziati scopre, all'apice del racconto, che calcolando il tempo di propagazione della luce dell'esplosione la stella di Betlemme, la guida secondo la tradizione dei Magi, era proprio l'eco lontano dell'esplosione di questa supernova. Ingenerando quindi un interessante paradosso scenico fra l'apparizione della stella dei Magi, e la drammatica distruzione di una civiltà, nella realtà costituite dallo stesso fenomeno.

Più recente, invece, è l'ingresso nell'ambito club dei potenziali portatori di apocalisse dei GRB. A differenza dell'esplosione di supernove, i GRBs hanno la caratteristica di colpire per un tempo molto inferiore ma intensità proporzionalmente superiore, e si tratta in ogni caso di un fenomeno intrinsecamente molto più raro. Tuttavia la combinazione della molto maggiore distanza a cui l'essere investiti da un GRB potrebbe essere letale e della più bassa probabilità ha generato un risultato in parte  sorprendente: nella passata vita della Terra esiste una elevata probabilità che il nostro pianeta sia stato investito da un evento del genere (cosa che non implica però certezza...), e circa il 50% di probabilità che questo sia accaduto negli ultimi 500 milioni di anni. 
Ciò che rende questi risultati anche più suggestivi è che sono stati di recente pubblicati da uno dei padri nobili della teoria interpretativa più diffusa per i GRB: lo scienziato israeliano Tsvi Piran. Il lavoro è liberamente scaricabile qui. Si tratta di un articolo molto tecnico, naturalmente, ma essenzialmente si basa sul fatto che in passato i GRB erano notevolmente più frequenti che nell'universo attuale, e considerando l'evoluzione che oggi in parte consciamo della dimensione tipica delle galassie, si arriva alla sconcertante conclusione che a causa dell'effetto distruttivo dei GRB sull'ecosfera di un pianeta di tipo terrestre la vita (come noi la conosciamo) è molto improbabile che si possa essere sviluppata nelle parti interne delle galassie come la nostra, ma diventa invece possibile nelle zone periferiche. Dove, non a caso quindi, secondo questa idea, il nostro sistema solare si trova. Ma c'è di più. Dal momento che la nostra galassia è piuttosto massiccia ed estesa, la gran parte delle galassie dell'universo è di taglia molto più ridotta della nostra, gli autori di questo lavoro calcolano che solo il 10% delle galassie sono in grado di ospitare la vita (come noi la conosciamo). La gran parte delle galassie dell'universo sarebbe stata dunque "sterilizzata" dai GRB! 

Sebbene lo studio provenga da scienziati di indubbia reputazione non c'è dubbio che il dibattito si sia acceso con ampi schieramenti di scettici e favorevoli. Abbiamo infatti ancora una conoscenza parziale di diversi degli ingredienti dello studio, per cui siamo ben lontani dal poter proporre una visione esente da critiche sostanziali.
Rimane comunque piuttosto suggestivo il vedere come il progredire delle conoscenze astrofisiche leghi sempre più l'esistenza della vita sul nostro pianeta ad eventi e fenomeni ad esso fisicamente  remoti ma evidentemente connessi.

Un argomento di riflessione certamente non privo di fascino.

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