martedì 11 marzo 2014

Al Roque de los Muchachos

Ancora da Cristina finalmente all'osservatorio.


Eccoci alla seconda tappa del nostro viaggio, quella che ci porterà all'Osservatorio di Roque de los Muchachos.

Cristina in cima alla caldera
L'Osservatorio è posto in cima all'isola di La Palma, ad un'altitudine di circa 2400 metri sul livello del mare (e quindi ad una considerevole distanza da dove abbiamo passato la prima notte del nostro viaggio). Ci mettiamo un paio d'ore a raggiungerlo, partendo subito dopo pranzo, percorrendo una strada molto piacevole anche se piena di tornanti. 
A quasi ogni curva la tentazione di fermarsi ad ammirare il panorama è enorme, e un paio di volte cediamo. L'ultima appena prima di arrivare in cima, dove avremmo dovuto iniziare a scorgere le cupole dei vari telescopi che sono disseminati qua e là sulla montagna. 
Il paesaggio è unico: roccia frastagliata color rosso/arancione, e, sullo sfondo, l'oceano! Incontriamo anche qualche frana recente lungo la strada, probabilmente causata dal cattivo tempo degli ultimissimi giorni. Effettivamente anche oggi il cielo non è limpido, ci sono molte nuvole in giro e minaccia pioggia. Ma abbiamo già imparato che le condizioni meteorologiche in quest'isola in mezzo all'oceano possono variare con grande rapidità, quindi non disperiamo.

Il telescopio NOT
Arriviamo al NOT con perfetta puntualità alle 15:00. Ad accoglierci, in una struttura adiacente al telescopio, troviamo il nostro support astronomer, Tapio. Con lui, dopo esserci fermati a scambiare due parole con un povero malcapitato che ha avuto l'idea di fare una passeggiata dal livello del mare fin quassù (con un inevitabile principio di congelamento) ci rechiamo finalmente alla cupola.
Le condizioni metereologiche purtroppo nel frattempo sono peggiorate, e il telescopio sembra immerso nella nebbia. Tapio è piuttosto pessimista sulla riuscita della nostra serata osservativa, anche se non si sbilancia troppo sulle previsioni ("se sapessi prevedere il futuro, farei un lavoro molto più remunerativo!"). A causa delle temperature che rasentano gli 0˚, la scaletta per arrivare alla cupola è quasi congelata, e inoltre tira un vento molto forte quassù. Siamo ben lieti quindi di entrare nella sala comandi del NOT! Qui Tapio ci spiega un po' come funzionano tutti i vari strumenti, e ci racconta brevemente quello che andremo a fare. Con nostro sollievo, scopriamo che resterà con noi durante l'intera durata delle osservazioni, quindi non scende in troppi dettagli per il momento. È molto bello trovarsi lì con il nostro support astronomer, che risponde con pazienza a tutte le nostre domande, anche quando sono molto banali. 

Prima di salutarci per andare a mangiare, facciamo un salto a guardare da vicino il telescopio. È molto emozionante perché, come ho scritto ieri, non mi è mai capitato di vederne uno così da vicino. Il NOT ha un diametro di 2.56 metri, e noi nello specifico lavoreremo con lo strumento ALFOSC. Anche in questo caso non ci tratteniamo molto, perché puntiamo a passarci più tempo durante la serata.

Durante la cena, che si è tenuta presso la Residencia dell'Osservatorio, abbiamo un bel dialogo con Tapio, che ci racconta un po' della sua vita, dei suoi studi, della sua famiglia. E purtroppo, verso la fine della cena, ci rendiamo conto che le condizioni meteorologiche sono decisamente peggiorate.  Infatti ha addirittura iniziato a piovere, il che implica alta umidità e quindi probabile congelamento della cupola. Questo rende praticamente impossibile pensare di fare le nostre osservazioni questa sera, anche se smettesse di piovere. Infatti Tapio ci spiega che per poter aprire la cupola è necessario attendere mezz'ora dopo che l'umidità sia scesa sotto il 90%. Ci consiglia inoltre di non muoverci dalla Residencia, in quanto potrebbe anche diventare pericoloso spostarsi con queste condizioni meteorologiche. 

Ci siamo quindi salutati sperando in un improvviso miglioramento, che purtroppo non è avvenuto (Umidità sempre superiore al 98%, nonostante la pioggia sia cessata presto). In fondo anche questo fa parte del lavoro dell'astronomo!

Confidiamo in domani, sperando che le condizioni metereologiche possano migliorare!

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