domenica 8 febbraio 2015

Un telescopio di cui innamorarsi!

di Cristina Baglio

La mattina del mio secondo giorno a La Silla ho potuto recarmi a visitare il telescopio REM (Rapid Eye Mount), in quanto, per effettuare alcune semplici operazioni in cupola, avevo richiesto e ottenuto le chiavi della cupola il giorno prima. REM è un telescopio robotico dal diametro di 60 centimetri che conquista il cuore di ogni astronoma grazie al suo meraviglioso colore: infatti, a quanto pare per un piccolo errore al momento dell'ordine, REM risulta essere di una fantastica sfumatura di fuxia (peccato per il cucciolo di tarantola all'ingresso, che ha certamente rovinato l'atmosfera)! Tra i suoi vari utilizzi, REM è in grado di puntare molto rapidamente transienti X in outburst e Gamma Ray Burst che vengono osservati dal satellite Swift permettendo così di ottenere quasi simultaneamente una misura della loro controparte ottica.

Alcune rocce con disegnati degli affascinanti petroglifi
Nel pomeriggio, insieme a un gruppo di astronomi presenti a La Silla, ho invece fatto una suggestiva
(ma piuttosto stancante) passeggiata tra le desertiche montagne che circondano l'Osservatorio di La Silla, alla ricerca di petroglifi! I petroglifi sono disegni simbolici che venivano realizzati incidendo e scavando la roccia; possono essere osservati in molte regioni diverse della Terra, e sono generalmente associati all'epoca preistorica. Ne abbiamo effettivamente riconosciuti moltissimi, la maggior parte raffiguranti uomini e lama, ma anche stelle, fiori e altri disegni. Mi ha molto colpita che questi reperti abbiano potuto sopravvivere alle intemperie (vento più che altro, visto che qui non piove spesso) e conservarsi bene per tutto questo tempo, senza minimamente deteriorarsi. Sulla strada del ritorno, ho incontrato il secondo animale indesiderato della giornata: un piccolo serpentello. Dicono che i serpenti in Cile non siano velenosi, ma io per sicurezza me ne sono allontanata alla svelta!

La sera sono rimasta nella sala di controllo dei telescopi il più possibile, per cominciare ad abituarmi a stare sveglia tutta la notte, in vista delle osservazioni che sarebbero iniziate l'indomani. Inoltre quella stessa sera ho avuto l'occasione di assistere all'osservazione di un primo target, un'altra binaria X, usando lo spettrografo dello strumento EFOSC2 I dati ottenuti con questa osservazione erano stati richiesti qualche giorno prima dal mio supervisor e dovevano essere presi in service mode, ovvero dall'osservatore di turno (George, il mio astronomo di supporto). La serata non prometteva bene, a causa di diverse nuvole che coprivano il cielo; tuttavia il meteo è stato clemente per un tempo sufficiente a ottenere gli spettri che ci servivano!

Cristina con il magnifico crinale di La Sila sullo sfondo
La mattina del 6 febbraio ho cercato di restare a letto il più possibile, per non rischiare di crollare a metà della mia prima vera e propria notte di osservazioni. La giornata è trascorsa tranquilla, a parte per una breve visita a REM per un altro piccolo intervento e per mostrarlo ad alcuni astronomi, che non erano mai stati in cupola. Verso le 18, mi sono recata nella sala di controllo per verificare che tutto fosse a posto e che fossero state prese le immagini di calibrazione di cui avrò bisogno per la risuzione dei dati, una volta rientrata in Italia. Lì ho incontrato Xavier, uno dei tecnici diurni dei telescopi, che si è offerto di accompagnarmi a visitare i telescopi più grandi dell'Osservatorio: NTT e il 3.6 metri. Entrambi mi hanno colpita moltissimo! Il primo, NTT, ha una cupola facilmente distinguibile da quella degli altri telescopi, in quanto è squadrata e ottagonale (il suo gemello alle Canarie, TNG, viene spesso assimilato a una MOKA per la sua particolare forma), ed è stata progettata così in modo da permettere che l'aria esterna entri in cupola seguendo un flusso laminare, e quindi creando la miglior condizione possibile per la stabilità termica degli specchi (e quindi migliorando la qualità delle immagini). La pecca di questo design è che il telescopio è interamente esposto alla corrente, e per questo motivo la velocità del vento a cui diventa necessario chiudere la cupola è più bassa per NTT che per qualunque altro telescopio presente a La Silla. Ho potuto avvicinarmi così tanto al telescopio, che volendo avrei potuto toccare lo specchio (ma avrei rischiato di essere radiata per sempre, quindi ho preferito evitare).
Il telescopio da 3.6 m
Il 3.6 metri invece è un telescopio gigantesco, imponente. Completamente diverso da NTT quindi, nonostante la dimensione dello specchio sia praticamente la stessa. Al momento ospita lo strumento HARPS, grazie al quale moltissimi pianeti extrasolari vengono scoperti e studiati.

La mia prima serata di osservazioni si svolge con lo strumento SOFI montato su NTT. Con SOFI ho potuto osservare nelle bande infrarosse JHK cinque binarie X, persistenti e transienti, sia utilizzando tecniche di polarimetria, che di più semplice fotometria. Nella prima mezz'ora, dalle 21 circa (ovvero quando il cielo è sufficientemente scuro) il tecnico del telescopio (tecnica nel mio caso: Carla) deve svolgere la cosiddetta "analisi dell'immagine", dopo di che si può iniziare con il programma. Fortunatamente non ci sono stati troppi inconvenienti, anche se ero stata troppo ottimista sull'orario. Entro il sorgere del sole (verso le 6:00) ad ogni modo sono riuscita a completare tutte le osservazioni in programma e ho quindi potuto lasciare la sala di controllo per riposare, in attesa della seconda notte di osservazioni in programma per il giorno dopo.


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