venerdì 6 febbraio 2015

Vita sociale di osservatorio!

di Cristina Baglio.


Martedì, come previsto, mi sono recata agli uffici ESO di Vitacura, un'altra zona della città di Santiago. Qualche mese fa infatti, poco dopo aver saputo che mi erano state concesse 3 notti di osservazione al telescopio, mi hanno contattata dagli uffici ESO, chiedendomi se fossi interessata a tenere un seminario di 30 minuti sul mio lavoro. Avendo accettato, il mio soggiorno alla guesthouse di Santiago è stato prolungato di un giorno.
Gli uffici ESO di Vitacura distano una ventina di minuti in macchina dalla guesthouse, e sono estremamente organizzati. Mentre aspetto di parlare, su uno schermo nell'atrio scorrono immagini bellissime prese con i vari telescopi di La Silla e Paranal, i due principali osservatori ESO in Cile, intervallate dagli annunci dei vari seminari che si terranno nel mese di febbraio (il mio, senza farlo apposta, è annunciato su uno sfondo rosa shocking. Sarà perché sono una donna?).
La comunità scientifica di Santiago è molto giovane e, da quanto ho capito, molto variabile. Infatti ciascuno di loro deve periodicamente recarsi a uno degli osservatori per lavorare ai vari telescopi, e quindi i ricercatori spesso sono via. Ad ogni modo, c'era abbastanza gente da avere un pubblico sostanzioso (e curioso) al mio seminario, che quindi è andato piuttosto bene.

Mercoledì mattina di buon'ora mi sono recata all'aeroporto di Santiago insieme a David, un dottorando australiano che lavora a Ginevra e che ho conosciuto alla guesthouse. Infatti per raggiungere l'osservatorio di La Silla è stato necessario prendere un aereo per la città di La Serena, da cui poi con un autobus organizzato da ESO abbiamo potuto finalmente arrivare alla meta. Durante il viaggio in autobus, durato più di tre ore, abbiamo potuto ammirare l'oceano Pacifico da una parte, e il deserto dall'altra. Infatti, sebbene ancora non si possa parlare di deserto vero e proprio, tutto appare secco e sabbioso, con pochissime piante, in prevalenza cactus.
Non appena arrivata, ho fatto un giro per l'Osservatorio per iniziare ad ambientarmi. Le camere sono distanti dalla “zona giorno”, per permettere agli astronomi che dormono durante il giorno di riposare. Nella zona giorno invece ci sono la mensa, la lavanderia, la biblioteca, e persino una palestra e una sala da biliardo.
L'Osservatorio di La Silla è diverso da quanto avevo visto andando ad osservare a La Palma, alle Canarie, in quanto gli astronomi non devono recarsi direttamente al telescopio, ma si riuniscono tutti nella stessa stanza, chiamata control room, in cui ci sono tutti i computer necessari per mandare i comandi ai telescopi e per fare una prima analisi dei dati che si prendono.
La parte più bella dell'Osservatorio sono, ovviamente, i telescopi. Ce ne sono molti qui a La Silla, a partire dai più piccoli REM, lo Swiss telescope, ecc) fino ai più grandi: NTT e il 3.6 m.
Tutto il personale è molto gentile e attento, soprattutto con le donne: non mi hanno permesso di portare la valigia in camera e mi hanno accompagnata durante tutto il giro del posto, per esempio. Simona, un'amica di Milano che si trova a La Silla in questi giorni per lavorare al telescopio da 2.2 metri, mi racconta che questo è il comportamento che tutti assumono quando arrivano delle donne all'Osservatorio (cioè molto raramente: quando Simona se ne andrà, rimarro l'unica astronoma a La Silla).
Prima di cena, ho visitato lo Swiss telescope: un piccolo telescopio con un diametro di 1.2 metri, colorato con i colori della bandiera della Svizzera (rosso e bianco). Il primo giorno a La Silla si è concluso in un modo molto divertente: i ragazzi dello Swiss telescope, tra cui anche David, hanno preparato la fonduta! Una bella cenetta in compagnia prima che cali il sole, e quindi che chi deve osservare debba recarsi nella control room (non è il mio caso, visto che le mie osservazioni dovranno aspettare fino a venerdì per iniziare).

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