martedì 14 agosto 2012

Guesthouse

Atterrati verso le 8, troviamo una Santiago piuttosto uggiosa e freddina. Niente di speciale comunque, da queste parti siamo in fondo nell'equivalente del nostro febbraio.

Il tempo comunque di espletare le varie formalità doganali e siamo in mano ad ESO, come sarà più o meno sempre fino alla fine della nostra missione.

ESO, ovvero European Southern Observatory, Osservatorio Europeo dell'Emisfero Sud, è un'organizzazione europea sovra-nazionale nata nel 1962, con lo scopo di costruire strumenti osservativi per astronomia ottica che permettessero all'astronomia europea di porsi all'avanguardia e comunque in grado di competere con, per esempio, gli Stati Uniti. Se vogliamo una cosa tipo il CERN per l'astronomia. L'Italia, però, si è aggiunta alle nazioni del consorzio solo nel 1982 per varie ragioni, ed oggi il consorzio include anche nazioni che europee non sono (il Brasile, per esempio). Se si da un'occhiata veloce alle varie realizzazioni che nel corso degli anni ESO è stata in grado di portare a termine si tratta senza dubbio di uno degli esempi di maggiore successo di cooperazione continentale. C'è da sperare, apro e chiudo una parentesi, che nell'attuale degenerazione isterica non ci si riesca di sfasciare anche questo.

In ogni caso, come accennavo sopra, appena fuori dall'aeroporto troviamo il taxi organizzato da ESO che nel traffico intenso del Santiago del lunedì mattina, orario di punta quanto non mai, ci porta, finalmente, alla "guesthouse", o "casa de Huespesdes". Si tratta di una graziosa villetta con diverse stanze nel quartiere residenziale di Santiago di "Las  Condes" dove, normalmente, gli astronomi che si apprestano ad essere trasferiti verso uno dei siti osservativi cileni dell'ESO pernottano per una o più notti a seconda delle necessità. Al lato pratico è in sostanza un piccolo albergo per astronomi che, nel corso degli anni, è diventato una specie di punto fermo sociale per gli osservatori europei. A pranzo o a cena si può discutere delle osservazioni effettuate o da fare, sentire qualche curiosità dell'ambiente (si, insomma, vero e proprio gossip astronomico...), e così via.

Il patio della guesthouse ESO a Santiago
Nel nostro caso, io ed il mio collega Dino Fugazza, ceneremo nella guesthouse e domani mattina partiremo abbastanza presto verso La Silla, dove plausibilmente arriveremo intorno alle due del pomeriggio. Non è un viaggetto da poco, in aereo verso la gradevole cittadina turistica di La Serena, e quindi in macchina o bus verso l'osservatorio per due-tre ore lungo la, per certi versi mitica, Caretera Panamericana.

Tornando alla guesthouse, vale senz'altro la pena di accennare ad un rituale ormai d'abitudine per gli astronomi che pernottano o sono di passaggio. Si tratta dell'aperitivo serale detto "pisco sour". Il pisco è un liquore tipico del Perù e del Cile, anzi c'è, tanto per cambiare in sud America, una forte disputa su cui possa fregiarsi il titolo di averlo "inventato". Ed il cocktail è appunto a base di pisco con aggiunta di  limone e zucchero. Alla fine non risulta fortissimo, ma comunque, a stomaco vuoto è sensibile...

Il pisco alla guesthouse

Dopodiché, come si diceva, cena, chiacchere, dopo cena nel salotto della guesthouse e poi via per la salita verso i deserti del nord l'indomani.

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